lago-secco-banner

il Rospo comune, un amico “utile” anche a Roma

POZZA, DOLCE POZZA ...

Noi umani, in alcuni modi di dire, tendiamo ad ingoiarlo o a sputarlo: è proprio lui, il rospo. Ma come si è arrivati a trattare in questo modo un anfibio dell’ordine degli anuri come il simpaticissimo rospo comune? Infatti anche nelle favole è stato sempre visto come panciuto e goffo, anche se poi, una volta baciato pur con sofferenza, lasciava sempre il posto ad un bel principe … Forse tutto deriva da antiche e popolari credenze che oltre a vedere nel rospo un animale “non commestibile” lo trovavano viscido al tatto e ripugnante nell’aspetto? E poi finiva sempre nel calderone delle streghe, specie con la coda.

Nella nostra realtà anche urbana, invece , il rospo comune (Bufo bufo (Linnaeus, 1758)) è protetto dalla convenzione di Berna per la salvaguardia della fauna minore. È l'anfibio più grande d'Europa, e raggiunge addirittura i 20 cm (zampe escluse). La sua colorazione è marrone, che può tendere al rossiccio, il ventre tende ad essere biancastro. La pelle presenta numerose verruche, che secernono sostanze urticanti solo se a contatto con le mucose. Prevalentemente notturno, di giorno tende a nascondersi in buche o anfratti, sotto le pietre o comunque in luoghi riparati dalla luce, se minacciato assume una caratteristica posa intimidatoria con la testa abbassata e le parti posteriori sollevate.

Il Rospo comune è l'anfibio più grande d'Europa

E’ un abitudinario che tende a tornare sempre nella stessa pozza d'acqua per riprodursi, a volte percorrendo anche diversi chilometri. Durante questi spostamenti molti individui riproduttori vengono uccisi dall’uomo a bordo di automobili. A causa di ciò, oltre che alla scomparsa dei siti riproduttivi, questo animale cerca di fuggire da quelle zone più antropizzate. Si nutre praticamente di qualsiasi cosa riesca ad entrare nella sua bocca: insetti in primis, lumache senza guscio, lombrichi, piccoli vertebrati come ad esempio piccoli topi. Dopo il letargo invernale, in concomitanza con la primavera inizia la stagione degli accoppiamenti: i rospi si recano vicino ai luoghi di riproduzione (solitamente vicino a corsi d'acqua, pozze o stagni) verso l'inizio di marzo e lì i maschi si aggrappano alle ascelle delle femmine, che sono visibilmente più grandi. La femmina depone in acqua circa 10 000 uova in un cordone gelatinoso, contemporaneamente le uova vengono fecondate dal maschio. Queste uova poi si schiuderanno, facendo uscire dei minuscoli esserini neri acquatici: i girini.

Immagine di un girino presa da Wikipedia

Questi, nutrendosi soprattutto di alghe e altri minuscoli materiali organici, crescono. La temperatura dell'acqua nella zona dove si trovano deciderà la velocità della loro metamorfosi: più è calda l'acqua, più veloce sarà la metamorfosi. Questo perché l'alta temperatura dell'acqua è sintomo che la loro pozza si sta prosciugando.

Non dobbiamo per forza baciarlo ma dobbiamo difenderlo, il rospo comune è un nostro amico!