Report del WWF sull’adattamento alla crisi climatica in ambito urbano

23 settembre 2025 - In occasione di Urban Nature, il festival della natura in città giunto alla sua nona edizione, il WWF lancia oggi un report dal titolo “ADATTAMENTO ALLA CRISI CLIMATICA IN AMBITO URBANO: RIPENSARE LE CITTÀ COME SISTEMI VIVENTI DI NATURA E PERSONE”, grazie alla collaborazione di esperte ed esperti di impatto della crisi climatica e gestione urbanistica, sanitaria, ambientale, sociale e di governance dell’adattamento.
Nel report si ribadisce come il benessere, ma anche la salute e la sicurezza delle persone nei prossimi anni dipendano da come si deciderà di gestire negli spazi urbani la convivenza con la natura. Si tratta di una raccolta di contributi di professionisti del mondo scientifico e accademico, che hanno costruito un’analisi su come favorire anche nelle città italiane una transizione verde urbana. “Adattare le città al rischio climatico – si legge nel report WWF - non è più un’opzione, ma una necessità. Dobbiamo ammorbidire gli impatti, creare zone cuscinetto, rendere i nostri insediamenti più resilienti, capaci di rispondere con una 'logica vegetale'. È il principio delle nature-based solutions: alla forza della natura si risponde con la natura stessa”.

“Viviamo in una grande contraddizione: – afferma Mariagrazia Midulla, Responsabile Clima ed Energia WWF Italia - mentre di clima si parla sempre meno nel dibattito pubblico, la crisi climatica desta sempre maggiori preoccupazioni sia tra gli scienziati, sia tra i cittadini. Gli impatti colpiscono i territori sempre più frequentemente e intensamente ma non sono uguali per tutti: purtroppo chi ha meno ed è più vulnerabile, di solito vive in aree già svantaggiate e ha anche meno mezzi per affrontare situazioni che possono cambiare radicalmente in poco tempo. Gli studiosi concordano sulla centralità della salute degli ecosistemi e della natura per affrontare l’adattamento, a cominciare dalle soluzioni innovative come quella delle città parco. Ma oggi il Piano nazionale di Adattamento al Cambiamento Climatico, approvato alla fine del 2023, è chiuso in un cassetto. Da quel cassetto deve uscire al più presto perché il lavoro da fare è tanto e non è certo ‘limitato’ al dissesto idrogeologico”. Il report del WWF indica anche un tema raramente affrontato, quello che l’IPCC, il Panel scientifico delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico, definisce “Maladaptation” (cattivo adattamento): la situazione che si verifica quando le azioni intraprese per aiutare le comunità ad adattarsi al cambiamento climatico, determinano, al contrario, un aumento della vulnerabilità stessa. Da tutti i contributi del report emergono almeno due indicazioni: 1) l’adattamento non può essere un ghetto, ma deve pervadere tutte le politiche pubbliche e private, fino ad arrivare a un nuovo modello di città, adeguando risorse, organizzazione e strumenti; 2) i meccanismi partecipativi, il coinvolgimento di popolazione e stakeholders sono essenziali per questo processo.
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