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Appello della scienza anche all’Europa per limitare l’agricoltura intensiva

La scienza si mobilita anche per l'agricoltura europea

Scienziati europei rivolgono un appello al nuovo parlamento EU: “l’agricoltura intensiva sta distruggendo la natura, è ora di cambiare.” La Coalizione CambiamoAgricoltura afferma: “Senza una profonda riforma della Pac (politica agricola comune) le promesse europee di Green Deal sono solo parole vuote”.

Uccelli, mammiferi, rettili, anfibi e insetti in tutta Europa stanno subendo un declino catastrofico a causa di pratiche agricole dannose. Lo denunciano in una lettera inviata nei giorni scorsi ai parlamentari europei e alla Commissione europea le principali associazioni scientifiche europee (European Ornithologist Union, European Mammal Foundation, Societas Europaea Herpetologica, Societas Europaea Lepidopterologica, Butterfly Conservation Europe e European Bird Census Council). Un appello raccolto e condiviso oggi dalla Coalizione CambiamoAgricoltura, sostenuta da oltre 50 sigle in tutto il paese e coordinata dalle principali sigle del mondo ambientalista e dell’agricoltura biologica (WWF Italia, Lipu, Legambiente, FAI, Pronatura, ISDE, Federbio, AIAB e Associazione per l’Agricoltura Biodinamica).

Non solo i governi ma anche i cittadini europei dovrebbero raccogliere l'appello degli scienziati

Le organizzazioni, che rappresentano oltre 2500 scienziati provenienti da tutta Europa e da oltreoceano, sottolineano nella lettera il "nesso scientifico inequivocabile" tra l'intensificazione dell'agricoltura e la sempre maggiore perdita di biodiversità. Gli scienziati esortano l'Unione europea a trasformare la PAC in modo da fornire una risposta seria ai cambiamenti climatici e alla perdita di biodiversità, invece di continuare a farne uno dei principali fattori scatenati. CambiamoAgricoltura ribadisce l’urgenza di intervenire: "Le prove scientifiche parlano da sole: l'agricoltura intensiva uccide la natura. Se la PAC non è riformata dalle fondamenta - se non facciamo spazio alla natura - allora le promesse europee di Green Deal sulla biodiversità e sul clima saranno solo parole vuote su un altro pezzo di carta". "I cittadini dell'UE, ogni anno – sottolinea la Coalizione CambiamoAgricoltura - finanziano i sussidi della PAC con quasi 60 miliardi di euro di tasse, sussidi che sostengono soprattutto l'agricoltura intensiva e industriale. Il modello di agricoltura intensiva oggi promosso, fondato sull’uso dei pesticidi, porta direttamente alla perdita di biodiversità, all'inquinamento idrico e atmosferico, all'estrazione eccessiva di acqua, alla desertificazione dei suoli, alla perdita di qualità nutrizionali degli alimenti, a rischi ampiamente documentati e ormai non più accettabili per la salute umana perché perdita di biodiversità significa perdita di salute, e contribuisce in modo non certo marginale alla crisi climatica in atto.

Europarlamento a Strasburgo - foto di F. Paul WWF

La Coalizione, le cui proposte sono state riassunte in un decalogo consultabile al sito www.cambiamoagricoltura.it., chiede che anche il nostro governo, e in particolare la Ministra Bellanova, si impegni ad agire subito per fermare questa drammatica crisi, che influisce negativamente prima di tutti proprio sul settore agricolo. “Ribadiamo la richiesta alla nostra Ministra di un incontro urgente per discutere delle posizioni del nostro governo al Consiglio Europeo dei Ministri dell’Agricoltura che sono ancora lontane da impegni concreti a favore della natura e del clima e che puntano ad abbassare notevolmente l’ambizione ambientale della PAC proposta dalla Commissione Hogan. Siamo disponibili ad un confronto per lavorare insieme alle possibili soluzioni -proseguono le associazioni - Soprattutto in vista del futuro Piano Nazionale Strategico per la PAC che ogni stato membro dovrà redigere per la nuova programmazione, così che ne possano uscire vincitori sia l’ambiente che il mondo agricolo, che hanno bisogno imprescindibilmente l’uno dell’altro”.

Più sostegno ad una agricoltura non intensiva!

Numerosi studi, pubblicati quasi giornalmente su riviste scientifiche internazionali, non da ultimo questa settimana su Nature, mostrano come queste attività hanno portato al declino delle popolazioni di uccelli nei terreni agricoli europei di oltre il 55% tra il 1980 e il 2015. Nelle riserve naturali in tutta la Germania le popolazioni di insetti sono diminuite del 76% in 27 anni. In Italia, l’indice delle specie di uccelli legati agli ambienti agricoli (FBI) è calato di quasi il 40% dal 2000 ad oggi, e per alcune specie come il saltimpalo o l’allodola, un tempo comuni nel paesaggio rurale, si parla di cali di oltre il 70% della popolazione. Queste tendenze stanno spingendo le popolazioni rimanenti verso l'estinzione. Tendenze simili si osservano con altri gruppi animali e vegetali che dipendono dagli habitat agricoli in tutta Europa. Gli scienziati sottolineano che la rimozione di elementi del paesaggio (ad esempio siepi e alberi), l'uso di pesticidi, l'uso indiscriminato delle risorse idriche e la distruzione dei pascoli siano le forze trainanti della perdita di biodiversità.