Il WWF per un Mediterraneo #plasticfree … adesso!
Di Marta Immarrata
Plastica: prima delizia e poi croce per il nostro pianeta. Non perché non sia utile ma perché soprattutto con l’usa e getta ne è stata consumata e poi abbandonata tanta, troppa nell’ambiente, sia a terra che in acqua e ora tutti ne paghiamo le conseguenze. Firma con il WWF LA PETIZIONE QUI >>
Già secondo i dati di "Eurobarometro" del novembre 2017, l'87% degli Europei era preoccupato per gli impatti ambientali della plastica. I nostri mari, in particolare il mar Mediterraneo, sono composti per il 95% di rifiuti in plastica lungo le spiagge del litorale, dati allarmanti che delineano una vera e propria emergenza che deve far scattare in noi quel senso del dovere civico e morale che ci porta a dire "NO" per arrestare il degrado del nostro pianeta ogni volta che vediamo queste situazioni. Il WWF è impegnato ora più che mai in attività e progetti che tentano di fermare questo degrado lento ma inarrestabile per costruire un futuro in cui l'uomo sia in armonia con la natura.
Ma per farlo dobbiamo non solo affrontare questioni globali lunghe e complesse ma soprattutto partire anche da tutti i nostri piccoli gesti quotidiani. Secondo il report WWF 2018 "Mediterraneo in trappola, come salvare il mare dalla plastica", possiamo davvero partire da semplici raccomandazioni utili che ci indirizzano verso un futuro migliore nel quale il nostro mare sarà più pulito e l’utilizzo della plastica drasticamente ridotto. Per quanto riguarda le azioni quotidiane che possiamo svolgere come singoli cittadini la prima consiste nell'impegno alla raccolta differenziata seguendo le regole della propria città/comune; si può partire inoltre, dal consumare gli alimenti evitando quelli preparati nelle confezioni con plastica e scegliere oggetti fatti con materiali alternativi biodegradabili.
Importanti saranno le attività di sensibilizzazione all'interno dei negozi o supermercati per promuovere l’attenzione non solo del cittadino, ma anche delle imprese alimentari grandi o piccole che siano. Da non sottovalutare le raccomandazioni che devono divenire più pressanti verso l'industria, anche per gli imballaggi e anche verso il settore turistico soprattutto riguardo l'uso della plastica monouso quali cannucce e bicchieri, ponendo in essere un sistema efficace di raccolta di rifiuti. A livello nazionale infine, cominciare a mettere al bando le buste di plastica monouso (entro il 2025) e puntare a raggiungere quanto prima possibile il 100% di racconta differenziata attraverso un sistema di gestione efficiente e raggiungere il 100% di imballaggi in plastica riutilizzabile sempre questa data limite. Siamo ormai a conoscenza, purtroppo, del fatto che esiste un ambiente chiamato "plasti-sfera" perché proprio questo materiale sta ospitando numerose tipologie di microorganismi, causa anche di malattie nell'uomo e negli animali, oltre che alghe e batteri, spugne e insetti, con possibili impatti gravi sugli habitat marini. Se vuoi firma con il WWF LA PETIZIONE QUI >>