Salute e Natura: un rapporto fondamentale per i nostri bambini
di Marta Immarrata
Nel Report “BENESSERE E NATURA: Città verdi a misura di bambino” realizzato dal WWF Italia in collaborazione con l’Associazione Italiana Studi sulla Qualità della Vita (AIQUAV), con il contributo dell’Associazione Culturale Pediatri (ACP) e Labsus Laboratorio per la sussidiarietà, emerge con chiarezza che il 90% dei bambini di età compresa tra i 6 e i 12 anni guarda la tv tutti i giorni mentre la fascia compresa tra i 12 e i 14 è più legata ai tablet e agli smartphone, quindi all'utilizzo di internet (dati ISTAT del 2017).
Sembra davvero, quindi, che i ragazzi occidentali, come del resto quasi tutti i ragazzi nel mondo, dipendano da internet come fonte delle proprie informazioni che influiscono poi sullo sviluppo del pensiero. Bambini sempre più sedentari perché la loro attenzione è strettamente legata alla televisione e alle immagini del web tanto che Richard Louv, uno dei più apprezzati educatori americani, oltre aver pubblicato articoli sul "New York Time" e sul "Washington Post", ha coniato il termine specifico "disturbo da deficit di natura" piuttosto che da disturbo di apprendimento, proprio per indicare quanto i ragazzi facciano poca attività fisica, quasi per nulla in natura e quindi una vita molto sedentaria. Inoltre si è stabilito (sempre grazie a Louv) che il Raggio di allontanamento medio da casa dei ragazzi odierni è circa un nono rispetto a quello di trent'anni fa.
Si nota un minor uso di mezzi ecologici; si dovrebbe a tal proposito infatti, oltre a incrementare i raggi di allontanamento a piedi, usare ad esempio la bicicletta o utilizzare di più anche i mezzi pubblici per limitare le emissioni di gas derivante dall'utilizzo della macchina, in modo da poter migliorare con un piccolo gesto quotidiano la nostra precaria situazione climatica. I bambini inglesi per esempio passano talmente poco tempo all'aria aperta e immersi nella natura che raramente sono in grado di riconoscere delle specie animali (per esempio la distinzione tra una vespa e un ape). Non c'è quindi da meravigliarsi se il mondo di flora e fauna per i bambini sia pressoché sconosciuto.
Quando il contatto tra natura e bambini non avviene è come se si bloccasse un bisogno innato del quale il bambino comunque necessita e questo potrebbe risultare un pericolo vero e proprio per il suo benessere, interrompendo così creatività e spontaneità, caratteristiche da sempre proprie dei bambini. La biofilia ovvero la tendenza innata che abbiamo nei confronti delle altre forme di vita deve essere resa possibile sin dall'infanzia per i bambini perché possano crescere propositivi, forti e vigorosi. Siamo nel vivo quindi di un vero e proprio paradosso: i giovani potrebbero aspirare a guidare la difesa della natura ma dall'altra hanno sempre meno a che fare con essa, perché troppo spesso avviluppati in modo quasi esclusivo da una tecnologia che li tiene seduti e lontani dai luoghi reali. Nonostante le iniziative di molte associazioni che come noi del WWF spronano i cittadini a incrementare il contatto con l'ambiente e la natura, creando delle iniziative apposite, continuano a preoccupare i dati riportati a livello mondiale, tra I quali i già citati dati ISTAT del 2017 che riportano livelli di dipendenza della tv sopra il 93%.
E' da sottolineare che i bambini hanno il diritto di vivere pienamente i loro spazi verdi, come ad esempio i giardini scolastici: i bambini sono stati assunti come parametri e garanti della necessità di tutti i cittadini per una città migliore per tutti (Legge 285 1997 Disposizione per la promozione di diritti e opportunità per l'infanzia e l'adolescenza, Legge Turco). E’ importante per questo che anche i genitori, soprattutto rispetto ai bambini più piccoli, non lascino apparecchi elettronici quali tablet e pc a portata di mano dei bambini, cercando di limitare anche l'uso della tv e dei vari monitor disponibili dentro la casa. E’ altrettanto importante cercare di creare gli stimoli che accrescano nel bambino le capacità di fare amicizie reali in modo da poter sviluppare una "intelligenza emotiva" che poi sarà fondamentale per il successo relazionale e creativo. Inoltre è sempre consigliato evitare le comunicazioni attraverso apparecchi elettronici e parlare invece faccia a faccia con il proprio interlocutore, modalità che aiuta anche a ridurre il senso di solitudine e depressione.
Anche il fisico viene alla lunga minato dalla mancanza di movimento con l’insorgere, ad esempio, di dolori fisici dovuti ad una eccessiva sedentarietà al collo e alla schiena. I nostri bambini devono essere a conoscenza che la vita è bella anche senza schermi, devono conoscere altri coetanei, devono anche leggere più libri per poter sviluppare quella creatività e immaginazione che serve ed è anche propedeutica allo studio. Non dimentichiamo mai la lezione del famoso filosofo e pedagogista svizzero Jean-Jacques Rousseau, (le sue idee a partire dal 1700 ebbero una risonanza mondiale tale da ispirare le future costituzioni degli stati uniti e della rivoluzione francese) che espose il suo pensiero pedagogico nel suo romanzo "Emilio". Nel romanzo la vita del giovane ragazzo è assunta come modello in quanto cresce in campagna con ritmi lenti, apprendendo dall'esperienza e vivendo più a lungo possibile la sua infanzia, infatti secondo Rousseau l'azione educativa deve basarsi solo su movimento e sensi quindi sui nostri primi strumenti di conoscenza del mondo, gli unici ritenuti davvero validi e costruttivi.
Non da meno è il contributo dell'educatrice italiana Maria Montessori, internazionalmente nota per il suo metodo educativo che prende il suo nome, adottato da molte scuole in tutto il mondo, ha dedicato nel suo libro (il metodo della pedagogia scientifica applicato nelle case dei bambini) un intero capitolo sul rapporto tra natura ed educazione, considerandolo uno degli elementi più importanti nella realtà scolastica. E allora, visto che nel frattempo la scienza e la tecnologia sono riuscite a cambiare spesso in meglio la nostra vita quotidiana, ai bambini e ai ragazzi va fatto capire che da questa tecnologia dobbiamo prendere solo le cose migliori e che veramente ci possono servire. Questo perché tutto ciò che esiste oggi nel web è comunque un mezzo, uno strumento e non è il fine per la nostra vita - 18 febbraio 2019