Anche i cavallucci marini vittime di un terribile traffico di animali!
Stiamo per distruggere anche il cavalluccio marino, spesso un simbolo dell’infanzia. Questa incantevole specie è vittima di un terribile traffico “commerciale”. In Cina vengono venduti come “afrodisiaci”! Un’altra distorsione dell’uomo. Il WWF a San Valentino racconta la loro “vita di coppia”. Prima dell’accoppiamento sembra si corteggino per giorni e che al risveglio si salutino con una ‘danza’.
Sono i cavallucci marini, quelle 54 specie di piccoli pesci che vivono in acque basse, che da sempre ispirano curiosità per la loro buffa forma e hanno molto da insegnare su amore e “vita di coppia”. Per questo, a San Valentino, il WWF ha deciso di raccontare qualcosa in più su questo curioso animale. I cavallucci marini si nutrono di piccoli crostacei che galleggiano nell’acqua o strisciano sul fondo, catturati grazie alla loro capacità di mimetizzarsi e a un’enorme pazienza. Ogni volta che ingeriscono qualcosa producono un “click”, lo stesso suono che si ascolta quando interagiscono fra loro. Al sorgere del sole, la coppia di cavallucci marini si dà il buongiorno con una “danza nunziale” di circa 6 minuti: un rituale mattutino utile per riallacciare i rapporti con il compagno. Il maschio e la femmina, mentre danzano, cambiano colore passando da un arancione sbiadito a uno brillante e spesso si attaccano con la coda agli steli delle alghe, che offrono riparo.
Quando il maschio è pronto, i cavallucci si accoppiano, ma è la femmina a depositare fino a 1.500 uova nella sacca del maschio, che le cova dai 9 ai 45 giorni e partorisce i piccoli in acqua. I cavallucci marini “arrossiscono” e “fanno la pace”, nuotano fianco a fianco come se danzassero e il maschio è parte fondamentale e attiva non solo della riproduzione, ma anche della gravidanza. Un rapporto di coppia e un sistema riproduttivo decisamente più complesso di quello di molte altre specie -non solo animali- ma che purtroppo è messo sempre più a rischio da terribili minacce. Secondo l’Unione Mondiale per la conservazione della natura (IUCN), il 15% dei Syngnathidae (la famiglia che comprende cavallucci marini, pesce ago e pesce trombetta) si classifica come specie “quasi minacciata” e, negli ultimi decenni, la popolazione di due specie (Hippocampus guttulatus e Hippocampus hippocampus) è già calata del 20-30%.
I Syngnathidae sono colpiti da perdita e degrado degli habitat naturali, causati da pesca e sviluppo costiero. Fra i maggiori problemi ci sono le catture accidentali: spesso, anche per via della loro forma, i cavallucci restano impigliati nelle reti della pesca a strascico. I cavallucci, poi, nonostante siano protetti dalla Convention on International Trade in Endangered Species (CITES), vengono utilizzati nella medicina cinese come potenti afrodisiaci. In Cina si trovano negozi con barattoli che li contengono come fossero caramelle. Insolite “pillole blu” che arrivano dal mare per salvare la reputazione del maschio orientale, almeno per una notte. I cavallucci vengono catturati, essiccati (anche in strada) e messi in buste trasparenti di plastica, come fossero noccioline, per poi essere venduti nei mercatini delle periferie di Hong Kong dove, senza alcuna prova scientifica, ai cavallucci marini si attribuiscono poteri miracolosi contro l’impotenza.
La specie più gettonata è l’Hippocampus capensis endemica del sud Africa: si stima che la medicina cinese ne impieghi ogni anno oltre 35 milioni di individui, utilizzati vivi per acquari, morti per la medicina e come souvenir. “Questi numeri sono assurdi e dimostrano come siano necessarie adeguate e tempestive misure di conservazione - afferma il direttore del programma di conservazione del WWF Italia, Isabella Pratesi - Il WWF lavora da tempo per la salvaguardia di questi animali sia attraverso il Programma TRAFFIC, che tristemente deve occuparsi anche di questi straordinari organismi massacrati dal commercio illegale, sia proteggendo gli habitat marini, che oggi sono sempre più a rischio a causa dei cambiamenti climatici e del terribile inquinamento da plastiche che sta invadendo i nostri mari. Ma dobbiamo e possiamo ancora fare molto per proteggere questa specie”.