A Roma possiamo farlo da soli: abbandoniamo la plastica usa e getta!
Buoni propositi per il 2019! Uno lo suggeriamo noi chiedendo ai romani di valutare l'abbandono dell’usa e getta in plastica. Il WWF ha proposto un Vademecum grafico “H24” con gesti quotidiani per renderci meno dipendenti dalla plastica dalla mattina alla sera da adottare tutto l’anno. Nei prossimi 20 anni si prevede il raddoppio della produzione attuale e entro il 2050 una quadruplicazione, data in cui alcuni scienziati pensano ci possa essere più plastica che pesci negli oceani. La “GIORNATA SENZA PLASTICA” del WWF è una mini-guida che aiuta a riflettere sul proprio stile di vita e, se il caso, cambiarlo. In pratica una giornata ‘tipo’, dalla colazione alla ginnastica in palestra, dall’ufficio alla spesa. I suggerimenti per uscire dalla ‘dipendenza’ dalla plastica si basano su tre regole fondamentali: no al monouso, occhio all’etichetta per detergenti e cosmetici, sì al refill (prodotti alla spina). Ogni gesto rappresenta un taglio netto alla nostra ‘plastica quotidiana’ ed è un contributo semplice ma fondamentale alla difesa del pianeta.
Si comincia dal mattino: visto che il consumo ‘medio’ di spazzolini da denti nella vita di ognuno è di almeno 300 pezzi, meglio scegliere quelli con testina intercambiabile. Lo stesso per i rasoi. Scegliere eco-ricariche per il bagnoschiuma, shampoo e altri detergenti. Se nell’etichetta di creme e bagnoschiuma non compare il polyethylene possiamo acquistarle con serenità. Una colazione con tovagliette in cotone, tazze e i piattini in vetro o ceramica al posto di quelli in melamina. Evitiamo prodotti troppo imballati, come merendine e biscotti, i succhi di frutta confezionati (meglio le spremute, centrifughe e frullati di prodotti freschi). Il caffè meglio se fatto con la moka o, per chi non può rinunciare all’espresso, con cialde compostabili visto che quelle di alluminio e plastica sono praticamente irriciclabili. Occhio anche alla bustine del thè. Al momento delle pulizie di casa, se ci rendiamo conto che l’armadio è pieno di flaconi, riduciamone via via il numero usando i rimedi della nonna come aceto, limone, bicarbonato, the, essenze naturali. Facciamo la nostra ‘battaglia’ per convincere i negozianti a dotarsi di prodotti alla spina nel vendere saponi liquidi di largo consumo. Possiamo tagliare ancora la nostra ‘plastica quotidiana’ usando guanti riutilizzabili e non mono-uso, pezze di cotone per spolverare e pezzette in cellulosa. Meglio mollette di legno per stendere i panni. Anche l’ufficio o la scuola possono diventare plastic-free: no bicchierino di plastica alla macchinetta, meglio una tazzina ‘spaiata’ portata da casa. Pranzo green con un contenitore per cibo portato da casa: si evitano stoviglie monouso, spese extra e si mangia anche meglio. E borraccia al posto della bottiglietta di plastica per dissetarsi.
Arriva l’ora della spesa, un momento strategico per una giornata liberi dalla plastica: l’opzione migliore sarebbe il mercato, dove si possono usare le sporte di cotone al posto dei sacchetti di plastica. Al supermercato combattiamo contro l’eccesso di polistirolo, vaschette e pellicole scegliendo prodotti sfusi al banco dei formaggi e salumi, carne, pesce, pane, reparto ortofrutta. Per uova o yogurt sì ai contenitori in carta o vetro. E poi scegliamo i formati famiglia al posto di confezioni con porzioni monodose, ricche di imballaggi. Anche lo sport può essere amico della Terra se usiamo tappetini in fibra di bambù al posto di quelli sintetici. Per l’abbigliamento scegliamo tute, canottiere, tshirt in tessuti naturali, che non rilasciano microplastica al momento del lavaggio. Ogni anno (fonte Ellen Mc Arthur Foundation) mezzo milione di tonnellate di microfibre di plastica sono rilasciate nel mondo dal lavaggio dei tessuti sintetici, che equivale al 35% delle microplastiche primarie che entrano nell’oceano. Accappatoio e asciugamani in spugna e non in microfibra. Usiamo le ricariche per i flaconcini di shampoo e bagnoschiuma e abbandoniamo le monodosi. Anche i nostri amici animali, gatti, cani, possono ‘aiutarci’: ciotole in ceramica o acciaio, giocattoli in corda o in altri materiali diversi dalla plastica, sacchetti in bioplastica per raccogliere gli escrementi, cucce di legno o cesti di vimini. Persino l’ora dell’aperitivo nasconde insidie: cannuccia e agitatore monouso, piatti, bicchieri, posate e vassoi in plastica? Tutto è sostituibile con materiali più durevoli, come carta o bambù. Al posto dei palloncini, festoni colorati di carta. La nostra Giornata ‘zero plastica’ sta per finire, è l’ora di cena: la sfida più difficile è quella del packaging dei prodotti alimentari. Impariamo a conservare i cibi sostituendo buste, pellicole e contenitori con quelli in vetro. Alternative alla plastica sono disponibili anche per cucchiai, spatole, taglieri, ciotole, piatti, tazze. Anche l’accendino può essere di metallo ricaricabile e non usa e getta.
Il Vademecum del WWF contiene anche consigli sul riciclo e gestione dei rifiuti di plastica, aiutandoci così a comprendere quanto sia difficile pe l’ambiente ‘smaltire’ il nostro Usa e Getta! Quasi tutte le plastiche, infatti, sono riciclabili. Nel concreto però, nella differenziata vanno solo gli “imballaggi”, oggetti concepiti per contenere e trasportare le merci. Non si tratta di un problema tecnico, quanto economico-legislativo: il sistema della raccolta e del riciclo si basa su un contributo ambientale che versano solo i produttori di imballaggi.
Un piatto e una posata di plastica sono realizzate spesso nello stesso materiale: il piatto è però classificato come imballaggio e versa il contributo, la forchetta no. Ad oggi non si possono ancora riciclare un’infinità di prodotti di uso quotidiano come pezzi di plastica di dimensioni troppo piccole, giocattoli e peluche, palloni, biro e pennarelli, ciabatte, canotti, materassini e braccioli per il mare, contenitori che presentano grossi residui di cibi o di sostanze pericolose (vernici, colle,), custodie di CD/DVD e i Cd/DVD stessi, mollette per panni, posate di plastica, rifiuti ospedalieri (es.: siringhe, contenitori per liquidi), accendini, spazzolini da denti, rasoi, spazzole e pettini per capelli, secchi, bacinelle e complementi d’arredo. Ecco alcuni oggetti che possiamo mettere nella raccolta della plastica: bottiglie di acqua e bibite, tappi e flaconi e spruzzini di detersivi, flaconi di bagnoschiuma e shampoo, sacchetti della asta. Vaschette portauova e dello yogurt, flaconi di salse, blister preformati.