Maggio e Oasi WWF: uno dei momenti migliori per visitarle
Sono cinque le Oasi WWF nel Lazio: una in Provincia di Viterbo, una in Provincia di Rieti e tre nella Provincia di Roma: domenica 20 maggio festeggeremo l’edizione 2018 della Giornata delle Oasi WWF che in questo periodo sono davvero da visitare!
Tre si trovano nei comuni di Roma e Fiumicino, a contatto con il mare e attraversate da fiumi e fossi, una nel comune di Accumoli (Rieti) purtroppo colpito dal terremoto che conosciamo a 1.500 mt. di quota e con splendidi laghetti e la quinta nei comuni di Corchiano e Gallese (Viterbo) con ambienti naturali molto selvaggi e rigogliosi ma anche preziosi scrigni di testimonianze archeologiche. Le tre Oasi sul litorale romano si trovano tra il Comune di Roma Capitale e di Fiumicino.
L’Oasi WWF di Macchiagrande, inaugurata nel 1986, è la più conosciuta e frequentata delle tre, fa parte dal 1996, anno della sua istituzione, della Riserva Naturale Statale "Litorale Romano" di cui costituisce uno dei pezzi più pregiati. Ha conservato da sempre un insieme di vari ambienti interessanti: a cominciare dalla macchia mediterranea retrodunale e da un bosco mediterraneo tra i più belli e conservati del litorale laziale.
A due passi c’è L’Oasi Bosco Foce dell’Arrone che rappresenta uno degli ultimi tasselli di bosco igrofilo costiero della costa Tirrenica laziale e si trova nel Comune di Fiumicino (Roma). L'area, di 40 ettari, conserva una delle zone costiere tirreniche laziali più intatte; la bellezza del bosco, della macchia, e la vegetazione che accompagna il Fiume Arrone saranno per i visitatori una straordinaria scoperta.
Infine, sempre a pochi passi, c’è L’Oasi Vasche di Maccarese, vasche di origine artificiale che ospitano una ricchissima e inaspettata avifauna acquatica. Anche questa Oasi WWF si trova nel Comune di Fiumicino (Roma). L'area, di circa 33 ettari, è occupata per la maggior parte da cinque vasche artificiali costruite nel 1970, inizialmente a scopo prettamente venatorio, poi riconvertite per l’acquacoltura senza alcun successo. Dopo la riconversione per l’acquacoltura le vasche furono abbandonate e ciò ha permesso l’insediamento, con il passare degli anni, di una fauna e una flora tipica degli ambienti umidi.
Passiamo invece nel comune di Accumoli (Rieti) purtroppo colpito dal terremoto che tutti conosciamo. E’ un angolo di “paradiso naturale” poco noto seppur compreso in uno dei più vasti ed importanti parchi nazionali italiani. Ci si arriva attraversando la faggeta del bosco del Pannicaro e i pascoli in quota che in questa stagione permettono all’escursionista di ammirare le abbondanti fioriture primaverili ed osservare alcune delle specie animali che qui trovano rifugio. Il percorso, piacevole e non particolarmente impegnativo, permette di vagabondare tra boschi e prati, superare i fossi modellati dalle abbondanti acque che ne caratterizzano il paesaggio, permettendo al visitatore di “immergersi” in un ambiente attorniato da scenari naturali ancora integri e di grande suggestione. Al centro di questa ampia valle glaciale, a circa 1.500mt di altitudine, si trovano i tre specchi d’acqua perenni meta della nostra visita; il lago Secco, il lago della Selva e la sorgente dell’Agro Nero. Questo biotopo, chiamato dai locali “i laghetti”, costituisce la stazione piu’ meridionale d’Europa della rana temporaria (Rana temporaria) che con il tritone alpestre (Triturus alpestris) simbolo dell’oasi, trovano qui il limite estremo del loro areale.
E’ tra i comuni di Corchiano e Gallese (Viterbo) che si trova infine il Monumento Naturale ed Oasi WWF di Pian Sant’Angelo, che si estende per 262 ettari in un territorio noto come Agro Falisco. L'area è rilevante dal punto di vista naturalistico soprattutto per la diffusa presenza di forre, di diversa dimensione e profondità. Le forre, una sorta di canyon, si sono formate in seguito ad imponenti eventi vulcanici, seguiti da un lungo periodo di glaciazione e sono un fenomeno naturale unico in Europa. Rappresentano nello stesso tempo ambienti naturali molto selvaggi e rigogliosi, ma anche preziosi scrigni di testimonianze archeologiche; erano infatti utilizzate come vie di comunicazione dalla popolazione dei Falisci.