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Earth day- Il WWF offre una giornata senza plastica per aiutare il pianeta

Nel 2050 più plastica che pesci negli oceani?

Il Vademecum grafico “H24” con gesti quotidiani, dalla colazione allo sport, da adottare tutto l’anno capace di renderci meno dipendenti dalla plastica. È questo il contributo del WWF per l’EARTH DAY che si celebra domenica 22 aprile in tutto il mondo, quest’anno dedicato proprio alla lotta contro l’inquinamento da plastica.

Una materia questa che si è diffusa in ogni settore della nostra vita da oltre 50 anni, utilizzata in un’infinità di ambiti , dagli imballaggi alle costruzioni, dall’arredamento ai trasporti, vestiario, assistenza sanitaria, elettronica. Nei prossimi 20 anni si prevede il raddoppio della produzione attuale e entro il 2050 una quadruplicazione, data in cui alcuni scienziati pensano ci possa essere più plastica che pesci negli oceani. La GIORNATA SENZA PLASTICA del WWF è una guida che aiuta a cambiare stile di vita seguendo tutte le fasi di una giornata ‘tipo’, dalla colazione alla ginnastica in palestra, dall’ufficio alla spesa.

Per la piccola tartarughina la plastica non è proprio il terreno naturale...

I suggerimenti per uscire  dalla ‘dipendenza’ dalla plastica si basano su tre regole fondamentali: no al monouso, occhio all’etichetta per detergenti e cosmetici, sì al refill (prodotti alla spina). Ogni gesto rappresenta un taglio netto alla nostra ‘plastica quotidiana’  ed è un contributo semplice ma fondamentale alla difesa del pianeta. Si comincia dal mattino: visto che il consumo ‘medio’ di spazzolini da denti nella vita di ognuno è di  almeno 300 pezzi, meglio scegliere quelli con testina intercambiabile. Lo stesso per i rasoi.

Sembra lontano ma plastica e rifiuti sono già arrivati (ARTICO© WWF - U.S. _ Elisabeth Kruger)

Scegliere eco-ricariche per il bagnoschiuma, shampoo e altri detergenti. Possiamo risparmiare al mare le microplastiche, che avvelenano il sangue di balene e cetacei, se nell’etichetta di creme e bagnoschiuma non compare il polyethylene. Una colazione con tovagliette in cotone,  tazze e i piattini in vetro o ceramica al posto di quelli in melamina. Evitiamo prodotti troppo imballati, come merendine e biscotti, i  succhi di frutta confezionati ( meglio le spremute, centrifughe e frullati di prodotti freschi). Il caffè meglio se fatto con la moka o, per chi non può rinunciare all’espresso, con cialde compostabili visto che quelle di alluminio e plastica sono praticamente irriciclabili. Occhio anche ala bustine del thè.

E' innaturale anche rimanere impigliati in questo modo! E adesso come si fa?

Al momento delle pulizie di casa, se ci rendiamo conto che l’armadio è pieno di flaconi, riduciamone via via il numero usando i rimedi della nonna come aceto, limone, bicarbonato, the, essenze naturali. Facciamo la nostra ‘battaglia’ per convincere i negozianti a dotarsi di prodotti alla spina nel vendere saponi liquidi di largo consumo. Possiamo tagliare ancora la nostra ‘plastica quotidiana’ usando guanti riutilizzabili e non mono-uso, pezze di cotone per spolverare e pezzette in cellulosa. Meglio mollette di legno per stendere i panni.  Anche l’ufficio può diventare  plastic-free: no bicchierino di plastica alla macchinetta, meglio una tazzina ‘spaiata’ portata da casa. Pranzo green con la schiscetta: si evitano stoviglie monouso, spese extra e si mangia anche meglio.

Tipico fondale marino intorno agli anni 2050?

Arriva l’ora della spesa, un momento strategico per una giornata liberi dalla plastica: l’opzione migliore  sarebbe il mercato, dove si possono usare le sporte di cotone al posto dei sacchetti di plastica. Al supermercato combattiamo contro l’eccesso di polistirolo, vaschette e pellicole scegliendo prodotti sfusi al banco dei formaggi e salumi, carne, pesce, pane, reparto ortofrutta. Per uova o yogurt sì ai contenitori in carta o vetro. E poi scegliamo i formati famiglia al posto di confezioni con porzioni monodose, ricche di imballaggi. Anche lo sport può essere amico della Terra se usiamo tappetini in fibra di bambù al posto di quelli sintetici. Per l’abbigliamento scegliamo tute, canottiere, tshirt in tessuti naturali, che non rilasciano microplastica al momento del lavaggio. Ogni anno (fonte Ellen Mc Arthur Foundation)  mezzo milione di tonnellate di microfibre di plastica sono rilasciate nel mondo dal lavaggio dei tessuti sintetici, che equivale al 35% delle microplastiche primarie che entrano nell’oceano.

E tra tanta acqua di mare nella Giornata della Terra non dimentichiamo la siccità!

Borraccia al posto della bottiglietta di plastica per dissetarsi. Accappatoio e asciugamani in spugna e non in microfibra. Usiamo le ricariche per i flaconcini di shampoo e bagnoschiuma e abbandoniamo le monodosi. Anche i nostri amici animali, gatti, cani, possono ‘aiutarci’: ciotole in ceramica o acciaio, giocattoli in corda o in altri materiali diversi dalla plastica, sacchetti in bioplastica  per raccogliere gli escrementi, cucce di legno o cesti di vimini. Persino l’ora dell’aperitivo nasconde inside: cannuccia e agitatore monouso, piatti, bicchieri, posate e vassoi in plastica? Tutto è sostituibile con materiali più durevoli, come carta o bambù. Al posto dei palloncini, festoni colorati di carta. La nostra Giornata ‘zero plastica’ sta per finire, è  l’ora di cena: la sfida più difficile  è quella del packaging dei prodotti alimentari. Impariamo a conservare i cibi sostituendo buste, pellicole e contenitori con quelli in vetro.

Fondamentale produrre meno rifiuti e differenziare sempre ciò che scartiamo

Alternative alla plastica sono disponibili anche per cucchiai, spatole, taglieri, ciotole, piatti, tazze. Anche l’accendino può essere di metallo ricaricabile e non usa e getta. Il Vademecum del WWF contiene anche consigli sul riciclo e gestione dei rifiuti di plastica, aiutandoci così a comprendere quanto sia difficile pe l’ambiente ‘smaltire’ il nostro Usa e Getta! Quasi tutte le plastiche, infatti, sono riciclabili. Nel concreto però, nella differenziata vanno solo gli “imballaggi”, oggetti concepiti per contenere e trasportare le merci. Non si tratta di un problema tecnico, quanto economico-legislativo: il sistema della raccolta e del riciclo si basa su un contributo ambientale che versano solo i produttori di imballaggi. Un piatto e una posata di plastica sono realizzate spesso nello stesso materiale: il piatto è però classificato come imballaggio e versa il contributo, la forchetta no.

Tra poco si andrà al mare: segnalate qualsiasi situazione come questa della foto

Ad oggi non si possono ancora riciclare un’infinità di prodotti di uso quotidiano come  pezzi di plastica di dimensioni troppo piccole, giocattoli e peluche, palloni, biro e pennarelli, ciabatte, canotti, materassini e braccioli per il mare, contenitori che presentano grossi residui di cibi o di sostanze pericolose (vernici, colle,), custodie di CD/DVD e i Cd/DVD stessi, mollette per panni, posate di plastica, rifiuti ospedalieri (es.: siringhe, contenitori per liquidi), accendini, spazzolini da denti, rasoi, spazzole e pettini per capelli, secchi, bacinelle e complementi d’arredo. Ecco alcuni oggetti che possiamo mettere nella raccolta della plastica: bottiglie di acqua e bibite, tappi e flaconi e spruzzini di detersivi, flaconi di bagnoschiuma e shampoo, sacchetti della asta. Vaschette portauova e dello yogurt, flaconi di salse, blister preformati.

Tutte le informazioni WWF sulla plastica nella Giornata della Terra