Mare-nuvole

Soci, volontari e cittadini si mobilitano per le zone umide

Uno scorcio del Lago Albano - foto C. Budoni

Una grande mobilitazione di citizen conservation quella che ha coinvolto molti soci WWF, sostenitori e volontari nell’identificare piccoli stagni, laghetti, acquitrini, pozze d’alpeggio, fontanili, paludi, torbiere, lagune, bacini artificiali o naturali con acqua stagnante ecc.

Oltre 2.000 persone hanno risposto alla campagna One million ponds segnalando le piccole zone umide del cuore, meno conosciute e che meritano di essere salvate. Sono questi, infatti, habitat importantissimi per molte specie di piante acquatiche, come ninfee bianche, iris gialli, erba coltella, quadrifoglio acquatico, e di “piccola fauna” come il tritone crestato italiano, l’ululone dal ventre giallo, il gambero di fiume, molte specie di libellule, molluschi e tante altre. Dallo stagno di un patrimonio prezioso che però rischia in futuro di non vedere una vera tutela senza la piena applicazione dell’importante Direttiva europea sulle Acque (2000/60/CE), attualmente oggetto di una consultazione pubblica a livello continentale.

Ansa morta del fiume Tevere - foto A. Fiorillo

Il WWF Roma e Area Metropolitana ha lavorato su numerosi luoghi con ripetuti sopralluoghi e osservazioni per individuare il maggior numero possibile di zone umide all’interno del Comune di Roma Capitale. Parliamo ad esempio del Parco di Mistica (area verde compresa all'interno del Comprensorio storico-archeologico del Fosso di Tor Tre Teste, di Mistica e di Casa Calda), un lembo intatto di agro romano attraversato dai resti dell’Acquedotto Alessandrino. Oppure del cosiddetto Drizzagno di Spinaceto, un sistema di pozze situate tra il fiume Tevere e il Grande raccordo anulare, nel vecchio alveo del fiume.

Drizzagno di Spinaceto - foto A. Fiorillo

E poi sono stati oggetto di indagini anche i piccoli laghi romani come il lago Ex-snia a Largo Preneste o quello della Cervelletta, così come quelli delle ville storiche di Villa Pamphili e Villa Ada. Visitato più volte lungo il suo corso il Fiume Almone (il terzo fiume di Roma che attraversa nella sua parte finale il Parco Regionale dell’Appia Antica) così come i fossi dell’Agro Romano (o quel che resta degli alvei naturali), ad esempio il Fosso di Tor Carbone o quello della Cecchignola. Per difendere questi ambienti è importante far sentire forte la nostra voce entro il prossimo mese di marzo e chiedere di difendere al livello europeo la Direttiva che tutela le nostre acque. Vi invitiamo a partecipare a questa consultazione cliccando qui > finora oltre 270.000 cittadini europei hanno espresso il proprio parere. Ora tocca a te!

Laghetto del Parco Mistica - foto A. Fiorillo