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Accumoli: un territorio da amare e sostenere, Natura meravigliosa

I volontari del WWF che hanno guidato la visita

Domenica 20 maggio si è svolta in tutta Italia una fantastica edizione della Giornata delle Oasi WWF, un evento per la biodiversità e contro il bracconaggio che ha visto rinnovata la partecipazione delle Riserve Naturali dello Stato gestite dal Raggruppamento Carabinieri Biodiversità anch’esse aperte gratuitamente al pubblico grazie a “RiservAmica2018”. Il WWF Roma e Area Metropolitana ha guidato una visita alla incantevole Oasi di Lago Secco, nel Comune di Accumoli.

Le oasi WWF in questi 50 anni hanno contribuito a proteggere specie che appartengono alla comunità globale e che vanno difese nell’interesse di tutti. Cavalieri d’Italia, fenicotteri, aquile, anatre selvatiche, ma anche lupi, lontre, cervi sardi e tartarughe marine sono gli abitanti naturali delle aree protette dal WWF. In più sono diventate una tappa fissa per tutti i migratori che le apprezzano sempre di più. I volontari del WWF Roma e Area Metropolitana hanno guidato il percorso nell’Oasi di Lago Secco, uno specchio d’acqua salvato dal WWF di 15 ettari che si trova in Provincia di Rieti, nel Comune di Accumoli (duramente provato dai terremoti del 2016) in un Sito d'Importanza Comunitaria (SIC IT6020002) nel Comune di Accumoli (Ri) a circa 1.500 metri di altezza.

Una visuale dell'Oasi di Lago Secco ad Accumoli, davvero uno scenario intatto di altri tempi

E' inoltre una Zona di Protezione Speciale (ZPS IT6020002) e protetta anche dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. E’ stato anche un piccolo gesto per sostenere le popolazioni locali con un turismo leggero e non impattante. Siamo in luoghi di una bellezza alla quale non siamo più tanto abituati, un vero angolo di “paradiso naturale” meno noto di altri, seppur compreso in uno dei più vasti ed importanti parchi nazionali italiani. Nell’Oasi di Lago Secco sopravvivono specie animali e vegetali relitte dall’epoca della glaciazioni quaternarie. A dispetto dell’altitudine, il percorso, piacevole e non particolarmente impegnativo, permette di attraversare prati e boschi (compresa la faggeta nel bosco del Pannicaro), superare i fossi modellati dalle abbondanti acque che ne caratterizzano il paesaggio e consente di “immergersi” in un ambiente attorniato da scenari naturali ancora integri e di grande suggestione. In questa stagione poi compaiono le prime abbondanti fioriture.

Lago Secco, talmente belli i luoghi che scatenano la passione fotografica

Arrivati a destinazione si apre una ampia valle glaciale nel cui centro si trovano i tre specchi d’acqua perenni: il lago Secco, il lago della Selva e la sorgente dell’Agro Nero. Questo biotopo, chiamato dai locali “i laghetti”, costituisce la stazione più meridionale d’Europa della rana temporaria (Rana temporaria) che con il tritone alpestre (Triturus alpestris) simbolo dell’oasi, trovano qui il limite estremo del loro areare. Presso “i laghetti”, è possibile osservare e fotografare gli anfibi caratteristici della zona e le specie vegetali relitte dell’era Quaternaria come i salici (Salix pentandra e phoetida). Inoltre la sorgente dell’Agro Nero, una delle poche sorgenti scampata alla captazione che negli anni Cinquanta prosciugò numerose risorgive per alimentare il lago di Campotosto, offre un’interessante curiosità al visitatore che qui può vedere i resti “fossilizzati” di maestosi abeti bianchi ed aceri montani risalenti all’anno Mille, quando tali piante caratterizzavano il bosco del Pannicaro, ed i cui tronchi furono posati nella torbiera intorno alla sorgente per evitare lo sprofondamento nel fango del bestiame al pascolo brado.

E' sempre un dispiacere lasciare l'Oasi di Lago Secco dopo averla raggiunta!