Oasi WWF di Orbetello: sono nati dei piccoli di falco pescatore
Buone notizie dalla Natura nella Giornata Mondiale degli uccelli migratori che si celebra il 10 maggio. Un evento straordinario è avvenuto nella Riserva naturale della Laguna di Orbetello, oasi del WWF dove una coppia di falco pescatore (Pandion haliaetus), dopo qualche anno di tentativi, ha nidificato con successo.
Al momento non è possibile stabilire il numero dei nati per non disturbare la “famiglia” di falchi in questa fase estremamente delicata, nella quale è necessaria la massima tranquillità. Ad annunciarlo alla vigilia della giornata degli uccelli migratori è la presidente del WWF Italia Donatella Bianchi che dichiara: “Quella che arriva dall’Oasi di Orbetello è una notizia straordinaria, una nascita che aspettavamo da anni e che inserisce le nostre Oasi toscane tra i siti di nidificazione. Il successo di questo progetto di conservazione made in Italy, che ha avuto il merito di reintrodurre il falco pescatore nel centro Italia, rappresenta la miglior risposta ai bracconieri e a chi ogni giorno distrugge e aggredisce la natura. La nascita nell’Oasi di Orbetello è la vittoria di chi ha dedicato la vita, con sacrifici e competenza, alla protezione della natura. Per dare un nome ai piccoli rapaci abbiamo deciso di fare una consultazione con i nostri Panda club (le classi iscritte al WWF) che saranno coinvolte nella scelta”.
Giampiero Sammuri, presidente di Federparchi e ideatore del progetto di ricostituzione di una popolazione nidificante del Falco pescatore nel Parco regionale della Maremma quando ne era presidente dichiara: “Sono entusiasta! Ai tre nidi che avevamo fino all’anno scorso in Maremma si è aggiunta questa quarta coppia, in un luogo ben gestito e tutelato, a dimostrazione delle buone scelte fatte in passato nella conduzione del progetto. È ancora presto per dire di aver ricostituito una popolazione vitale della specie in Italia ma questo evento ci incoraggia a proseguire ed intensificare il nostro lavoro di studio e tutela”.
Il progetto di riportare una popolazione nidificante di falco pescatore nell’areale tirrenico e in genere in Italia, procede grazie alla collaborazione tra il Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano, il Parco regionale della Maremma, la Regione Toscana, il Parco regionale della Corsica, il WWF Italia. Proprio grazie ad un incarico del Parco nazionale, tra i principali finanziatori del progetto, il WWF ha monitorato la presenza del falco pescatore nelle proprie oasi. Prossimi obiettivi aumentare i siti per la nidificazione. Le Oasi WWF rappresentano un presidio di difesa fondamentale contro i bracconieri e i crimini di natura che mettono in pericolo il nostro capitale naturale e la nostra biodiversità. In questi giorni è in corso una gara di solidarietà per aiutare le specie più a rischio e chi le difende: con la Campagna “SOS Animali in trappola” chiede aiuto attraverso la numerazione solidale 45590 attiva fino al prossimo 20 maggio.
LA COPPIA. Mora è la femmina, inanellata in Corsica nel 2013 da Flavio Monti, uno dei naturalisti responsabili del Progetto falco pescatore. Nel 2014 seguendo altri falchi è arrivata in Maremma per la prima volta. Nel 2016 si è stabilizzata tra il Parco della Maremma e la laguna di Orbetello. Da due anni che fa su e giù tra le due aree. E la laguna le è sempre piaciuta per l'abbondanza di pesce. Mora ha un anello verde e Gps, che purtroppo non è più funzionante. Sull’origine del maschio non si hanno notizie certe, è stato chiamato Orbetello, ma è probabile che sia uno dei tanti migratori nordici. Da due anni Orbetello e Mora fanno coppia, ma finora senza successo nella riproduzione. È il primo anno che Mora non è ripartita a marzo lasciando il nido vuoto, mentre il maschio è rimasto tutto anno in laguna.
IL PROGETTO. L’obiettivo del progetto “Osprey” promosso dal Parco della Maremma è quello di ricostituire una popolazione nidificante di falco pescatore in Italia. Nel 2006 si sono avute le prime traslocazioni di giovani individui prelevati dai nidi in Corsica a 5-6 settimane d’età. Dal 2006 ad oggi, 33 pulli di falco pescatore sono stati prelevati dai nidi in Corsica e rilasciati in Toscana. Ogni individuo è stato munito dell’anello standard per gli inanellamenti (quello Euring) su di una zampa e di un anello colorato "azzurro Italia" con codice alfanumerico bianco (una lettera che indica l’individuo e un numero che indica l’anno del progetto).
La prima straordinaria nidificazione, quella del 2011, è stata il frutto dell’incontro tra un maschio proveniente dalla Corsica chiamato Indy, cresciuto ed involato nel parco, dalla disponibilità di nidi nidi artificiali collocati grazie al progetto, e una femmina non censita nata e cresciuta in natura. Nel 2016 sono diventate tre le coppie nidificanti. Ogni coppia, due nell’area della Diaccia Botrona ed una nel Parco della Maremma, hanno portato alla schiusa 3 uova per un totale di 9 pulli. Un record per il progetto con l’ottimo risultato del 100% di schiuse!
L’OASI WWF DI ORBETELLO. L’area protetta dall’Oasi WWF di Orbetello è una zona umida di importanza internazionale (secondo la Convenzione internazionale di Ramsar sulle zone umide) che protegge 300 ettari di laguna salmastra dove a tratti affiorano isolotti di limo ricoperti da vegetazione palustre. L’Oasi WWF di Orbetello, grazie alla sua posizione lungo le rotte migratorie, registra la concentrazione di migliaia di uccelli, di tante specie, soprattutto nel periodo invernale. L’Oasi si trova all’interno di un Sito d'Importanza Comunitaria (SIC IT51A0026) nel Comune di Orbetello (Gr). E' anche una Zona di Protezione Speciale (ZPS IT51A0026) e zona Ramsar. L’Oasi WWF di Orbetello è la più importante laguna del Tirreno: qui è possibile avvistare il cavaliere d'Italia che ispirò, nel 1964, l’intervento di Fulco Pratesi e Hardy Reichelt per creare una delle prime Oasi WWF. L’Oasi di Orbetello, quindi, è un’oasi storica per il WWF e una delle più importanti e famose.
LO STATO DEL FALCO PESCATORE IN ITALIA E NEL MEDITERRANEO
Nel 2011 dopo 42 anni una coppia di falco pescatore ha nuovamente nidificato in Italia in un’area palustre del Parco regionale della Maremma, vicino alla foce del fiume Ombrone. Le uova di questo spettacolare uccello rapace si erano schiuse per l’ultima volta in natura sul suolo italiano nel 1969 in nidi presenti sulle coste della Sardegna e della Sicilia, mentre in Toscana l’ultima nidificazione documentata risale ancora più indietro nel tempo, nel 1929 nell’isola di Montecristo. Oggi in tutto il Mediterraneo la popolazione mediterranea di falco pescatore presenta meno di un centinaio di coppie riproduttive distribuite tra la Corsica, le isole Baleari, l’Algeria e il Marocco ed è una popolazione vulnerabile sotto il profilo conservazionistico. Anche in Corsica il falco pescatore ha rischiato di seguire lo stesso destino di altre popolazioni mediterranee; nel 1974 ne restavano infatti solo 4 coppie. Fortunatamente, l’adozione tempestiva e prolungata di efficaci strumenti di conservazione e controllo del territorio ha portato ad un recupero straordinario della specie, fino alla trentina di coppie attualmente nidificanti.
IL PROGETTO DI RICOSTITUZIONE DELLA POPOLAZIONE NIDIFICANTE DI FALCO PESCATORE NEL PARCO DELLA MAREMMA
Il successo dell’operazione condotta dal Parco regionale della Corsica e, in particolare dal personale della riserva marina di Scandola, ha creato le condizioni perché si potesse realizzare un progetto di conservazione coordinato, che interessasse anche le coste italiane. In questo processo si è inserito il Parco Regionale della Maremma, per volontà dell'allora presidente Giampiero Sammuri che ha avviato il progetto per la ricostituzione di una popolazione nidificante del falco pescatore nel parco della Maremma. Il progetto ha preso il via nel 2002 e nel 2006 hanno avuto inizio le prime traslocazioni di giovani individui prelevati dai nidi in Corsica a 5-6 settimane d’età. A riguardo, è stata adottata la tecnica dell’hacking, che prevede il rilascio sul territorio di giovani esemplari provenienti da popolazioni donatrici (in questo caso, come abbiamo visto, dalla Corsica) al termine di un periodo di permanenza in un centro d’involo (un mese circa), che mira a sviluppare nei falchi una filopatria (attaccamento al territorio) tale da portarli, una volta raggiunta l’età riproduttiva, a tornare nell’ area per nidificare. Dal 2006 ad oggi, 33 pulli di falco pescatore sono stati prelevati dai nidi in Corsica e rilasciati in Toscana. Ogni individuo è stato munito di due anelli, quello Euring e quello “azzurro Italia”. Il progetto di ricostituzione di una popolazione nidificante di falco pescatore nel Parco della Maremma è stato sostenuto dalla Regione Toscana attraverso il programma Interreg III del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e il WWF Italia nel 2006 ha insignito il Parco della Maremma con il prestigioso “Panda d'Oro” per il valore conservazionistico del progetto.